Fitness delle emozioni nel ritratto
di
Daniele Del Giudice

 

Per noi che non sapremmo mai fare un ritratto, né a matita né a guazzo, non ad acquerello, tantomeno a tempera e meno che mai ad olio, non resta che posare come modelli. Attività questa solo apparentemente passiva e riposante: richiede altresì lunga preparazione ed esercizio dei muscoli facciali. Allenamento che porterà ad agire poi naturalmente e con sicuro effetto ogni specifica emozione attraverso il perfetto controllo e funzionamento di ciascuno dei suddetti muscoli. Quelle che seguono sono alcuni indicazioni per noi modelli, in forma di piccolo manuale.
Volto da pensiero vagante del primo tipo. I muscoli Occipitali, i Temporali, gli Auricolari, e naturalmente i Frontali vanno contratti, così che le sopracciglia ne risultino alquanto sollevate; la fronte, stirata e libera da pieghe, acquisterà di conseguenza una certa luminosità. Lasciate che gli occhi escano un po’ in fuori, volgeteli appena verso l’alto, dilatate le pupille, divergendo se possibile gli assi. La parte inferiore del viso deve invece rimanere calma, distesa. Assecondate la generale tendenza del corpo a pose comode, e a sostenere il capo, sia pure leggermente, con un dito posto sotto il labbro.

Volto da pensiero vagante del secondo tipo. In questo esercizio le sopracciglia sono leggermente corrugate, ma contemporaneamente alquanto sollevate nella parte esterna del loro arco, creando così un gradevole pipelining di leggere pieghe parallele sulla fronte. La porzione palpebrale inferiore dell’Orbicolare deve essere contratta, in modo che la palpebra inferiore rivesta più nettamente il bulbo oculare e si sollevi. Gli occhi sono volti in basso, con assi divergenti.

Volto da pensiero vagante del terzo tipo. Contraete i Frontali, forzate la porzione orbitaria superiore degli Orbicolari, i Sopraccigliari, gli Occipitali (se questi ultimi si rilasciano le sopracciglia salgono e appaiono rughe traverse sulla fronte). La bocca va socchiusa, le narici depresse, gli assi oltre a divergere sono anche stranamente asimmetrici, un occhio essendo volto in su e l’altro viceversa in basso. In questa figura, se ben riuscita, saranno visibili tutti i caratteri della riflessione, che troveremo allo stato puro nell’esercizio seguente.

Volto da riflessione. Aggrottamento degli occhi, soprattutto per azione della porzione orbitaria superiore dell’Orbicolare. Si contraggano anche le porzioni inferiore dell’Orbicolare e dei Sopraccigliari, più o meno, in ragione della difficoltà della riflessione e dello sforzo mentale. Azionate il Frontale, l’Occipitale, il Temporale (tuoni e fulmini di un cielo anch’esso aggrottato). Deprimete la narice, la bocca diventerà più stretta, il suo taglio salirà per l’azione leggera del Quadrato e del Fiocco che faranno sporgere impercettibilmente il labbro inferiore. Gli occhi siano divergenti (possono essere anche convergenti), ed alquanto volti in alto (sovente sono proni), la pupilla ne sarà dilatata e i bulbi, se infossati maggiormente nell’orbita, si oscureranno.

Volto da concentrazione. E’ quasi un’accentuazione della figura precedente, tuttavia in questa deve essere più decisa l’azione dei Piramidali, dell’Elevatore Comune, del Mirtiforme e del Traverso del naso, l’azione dei quali nel precedente esercizio appariva quasi impercettibile. Gli occhi vanno generalmente tenuti abbassati e con assi convergenti. Appoggiando un dito sotto il labbro per sostenere il capo i denti si stringono maggiormente, ma ciò è dovuto anche alla meccanica dell’espressione. Mettete anche Triangolari, Fiocchi Quadrati e Buccinatori in leggera tensione.

Volto da aria interrogativa. Si rilasci l’Occipitale destro, mentre quello di sinistra rimanga contratto, così che il Frontale destro possa sollevare il sopracciglio e far discendere dal suo lato l’Aponevrosi Epicranica, formando delle pieghe giusto sulla metà della fronte. Sul lato sinistro l’azione dell’Occipitale e della porzione orbitaria superiore nonché del Sopraccigliare terranno l’altra metà della fronte tesa e il sopracciglio leggermente aggrottato. Socchiudete la bocca come se stessero per uscirne monosillabi di domanda, ma all’occasione la bocca può anche non aprirsi; ad ogni modo si produrrà in essa un impercettibile salire, e anche nel mento un quasi invisibile sollevamento.

Volto da attenzione. Liscia la fronte per la forte contrazione degli Occipitali, dei Temporali, degli Auricolari e per quella moderata dei Frontali che sollevano le sopracciglia e le arcuano senza però produrre pieghe sulla fronte. L’occhio fatelo uscire in fuori e disporsi secondo assi alquanto convergenti. Restringete le pupille. Stirate le palpebre ben bene sul globo oculare, in modo che questo risulti più chiaramente visibile nella sua rotondità. Le orecchie vanno sospinte in un leggero movimento verso l’alto e all’indietro (effetto del “cane in corsa”). Bocca ristretta e mento sollevato completano questa figura che, se ben eseguita, risulta di grande soddisfazione.

Volto da preghiera. Spingete il capo in avanti ma il viso si protenda contrariamente verso altimetrie lontane. Girate gli occhi in elevazione e sporgeteli in fuori ma con assi visuali ora fissi ora divergenti; sopracciglia in posizione rilevata, bocca dischiusa, mandibola rilasciata. Incavando leggermente le guance, abbandonate le labbra. La concentrazione da preghiera si ottiene piegando il capo, chiudendo gli occhi, appoggiando gli angoli interni superiori delle orbite sulle nocche dei pollici o sulla punta degli indici delle mani giunte. A volte, e più spesso, si volgano semplicemente gli occhi in basso e si stia col capo chino.

Volto da sorriso. Forza con gli Occipitali, con gli Auricolari, i Temporali e gli Orbicolari (eccetto la porzione palpebrale superiore), dateci dentro: la fronte dovrà innalzarsi e stirarsi, le sopracciglia si arcuano; socchiudete gli occhi avendo cura di produrre nel movimento raggiere di grinze soprattutto all’angolo esterno di essi, gonfiate le palpebre inferiori e tiratele su, anche le orecchie s’innalzeranno e andranno indietro. Allargate le labbra e sollevatele con angoli portati in alto, in dietro e verso l’esterno; agite sugli Elevatori comuni e propri, sul Buccinatore, sul Risorio, e soprattutto sul Gran Zigomatico. Le guance si gonfiano e si sollevano, i solchi s’approfondiscono e salgono col loro capo superiore mentre portano la loro curva inferiore molto verso l’esterno e in alto. Scoprite i denti superiori, ma poco. Impedite alle gengive di mostrarsi in campo.

Volto da sorriso compiacente. Il sorriso va qui bilanciato e parzialmente trattenuto: ostacolatelo lavorando sui Triangolari. In compenso vanno più contratti i Frontali, che sollevano maggiormente le sopracciglia e mostrano più visibili le righe concentriche sopra l’arco sopraccigliare. L’occhio va tenuto rigorosamente poco brillante, effetto che si ottiene imponendo alla palpebra superiore di venire rilasciata dal suo Elevatore, e contraendo in forma minore il Risorio e il Gran Zigomatico.

Volto da sorriso d’incertezza. Per ottenere questa figura è necessario che il Frontale sinistro sia più contratto del destro e che sul medesimo lato sinistro cresca l’azione combinata del Gran Zigomatico, del Risorio e del Buccinatore. A destra tenete tutto in calma di muscolo, così che i solchi risultino variati dalle due parti ed altrettanto dicasi dei fianchi del naso, delle guance, della bocca, ecc. Se la figura riesce, sentirete la mandibola spostarsi da sola verso sinistra.

Volto da sorpresa. I Frontali tirano in alto le sopracciglia ed abbassano la linea dei capelli, per cui la fronte viene a corrugarsi trasversalmente. Lo spazio che esiste tra i due capi interni delle sopracciglia s’allarga, gli occhi sono ben aperti, le narici si restringono, la mascella è rilasciata, la bocca s’apre. Atteggiate le labbra ad una esclamazione aspirata, arrestando per qualche istante la respirazione. Le guance s’infossano, le orecchie vanno indietro e salgono leggere.

Volto da stupore. Contraendo appena la porzione interna del Frontale le sopracciglia riusciranno meno sollevate al lato interno, col risultato di produrre sulla fronte soltanto pieghe concentriche alla curvatura esterna delle sopracciglia stesse. Impostate lo sguardo fisso, ma fate in modo che gli occhi non siano brillanti. Se l’occhio dovesse non rispondere al comando di luminosità esercitatelo maggiormente. La palpebra superiore dovrà essere leggermente rilasciata. In questa figura deve risultare minore eccitazione che nella figura precedente, l’occhio dovrà essere sporto meno in fuori, e le orecchie tenute in stato di riposo. L’esclamazione muta è prodotta con una inspirazione più lunga e più lenta che nel volto da sorpresa.

Volto da timore pauroso. Imprimete al Frontale destro più contrazione che al sinistro, e su questo lato fate lavorare maggiormente il Sopraccigliare e il Piramidale. Depresse le narici, sospesa la respirazione, le guance saranno tirate verso il basso e incavate. Per aiutarvi nella figura mettete pure al lavoro Quadrati e Triangolari, aiutati dai Platismi. Occhi in fuori e volti di lato, capo in avanti e portato dal lato opposto del punto dove si guarda; poiché vi è già nella posa del corpo l’intenzione di sgattaiolare via, inutile sottolineare l’emozione accartocciando le palpebre.

Volto di rimpianto. Figura, questa, sfumata e complessa: qui vanno messi in campo gli Orbicolari (pochissimo le porzioni palpebrali superiori), le sopracciglia appena corrugate, i Frontali agiscono ma in modo regolare e calmo. Le narici vanno depresse, l’Ala leggermente innalzata, per cui il solco naso-labiale risulterà montante. Sul labbro superiore dovrà essere visibilissima l’azione del Piccolo Zigomatico, mentre il labbro inferiore sarà spinto a salire e sporgere in fuori. Lo sguardo punta ma non vede, o vede altro da ciò che punta, effetto questo che si dovrà produrre agendo internamente sulle terminazioni cerebrali preposte.

Volto di rimorso o di melancolia. Ha molte affinità con l’esercizio precedente, salvo per il Frontale che deve essere tenuto più contratto; non lasciate salire la palpebra inferiore, anche se state tirando l’occhio indietro. Raggruppate le labbra e sporgetele in fuori: il mento sale molto e si deprime, la guancia s’incava alquanto. Date spunto ai Triangolari, che produrranno i movimenti necessari alla figura e gonfieranno le regioni esterne degli angoli della bocca.
Come in tutti gli esercizi muscolari inutile precipitarsi ed eseguirli in toto o in forma intensiva e protratta. L’educazione fisica dei muscoli preposti all’espressione si compie con perseveranza e diluizione nel tempo. La costanza di pochi minuti di allenamento al giorno premierà più di qualunque sforzo concentrato. Non dimentichiamo, noi modelli, che il fine del fitness delle emozioni è quello di produrre figure del ritratto, nel modo quanto più possibile naturale, istintivo, nascondendo lo sforzo fisico nella velocità e saldezza dell’esecuzione. L’emozione composta dai nostri muscoli facciali dovrà infatti trasmettersi alla mano del pittore, fluendo da quelli a questa – ai suoi muscoli, ai suoi muscoli, ai tendini, alle terminazioni nervose agenti il metacarpo e le ossature digitali che stringono il pennello – percorrendola, innervandola come un’onda di energia calda, naturale, e vitale.

Daniele Del Giudice