Introduzione
di
Konrad Oberhuber

 

L’istituto italiano di Cultura di Vienna presenta una mostra di opere recenti della pittrice veneziana Serena Nono. Sono dipinti che, tranne uno, rappresentano il corpo umano: nudi interi, figure a metà, frammenti di corpi e ritratti. Queste figure emanano luce, uscendo quasi magicamente da uno sfondo scuro e mutevole creando una presenza molto particolare per lo spettatore. Nella serie di opere qui presentata si può notare un cambiamento rispetto a quelle (che datano 1995-1996) esposte nel 1996 alla Galerie M. Moeller a Salisburgo. Nei nuovi quadri la figura intera o frammentata è molto più integrata nello spazio. I suoi contorni ora si confondono meno con lo sfondo, e stabiliscono confini più saldi. I corpi stessi sono più definiti nella luce e ottengono così una maggiore plasticità. Le forme non riempiono più il piano nello stesso modo, ma divengono più isolate nei loro luoghi. Si chiudono maggiormente in loro stesse. Si ha l’impressione di personaggi che non comunicano con l’osservatore attraverso la rappresentazione dei loro sentimenti, bensì si raccolgono, e chi guarda può immedesimarsi nella loro solitudine e nel loro isolamento essenzialmente umano. Condividono lo spazio anche con oggetti e animali, i quali assumono la loro stessa importanza. Persino sedie e recipienti diventano gli unici oggetti di un quadro e parlano della loro funzione ed importanza per mezzo delle proprie forme. Questi dipinti richiedono un’approcio più attivo ed intuitivo intento a cogliere il contenuto interiore svelato da questi esseri umani ed oggetti. Ora l’artista può fare un altro passo avanti. In due lavori molto recenti, ritratti di bambino, la figura raggiunge una nuova forma spaziale compatta, e si presenta allo spettatore con più forza. Le forme divengono semplici e chiare. I contorni cominciano a parlare. Serena Nono raggiunge ora una fase più avanzata nel suo percorso pittorico, già molto interessante.

La luce continua ad essere veicolo dell’espressione, non più diffusa su tutte le forme ma applicata a piccole macchie su aree distinte, definendo la forma per mezzo della luce. Serena Nono è diventata, in questi ultimi lavori, un maestro virtuoso di quelle lumeggiature e riesce ad ottenere effetti plastici straordinari con poche pennellate libere, ricordandoci gli ultimi dipinti di Michelangelo da Caravaggio.

Caravaggio è stato per molti grandi artisti moderni, come Manet, il padre di un’arte dove le figure si presentano in isolamento interiore e si stagliano con forza da uno sfondo semplice ma vivo. La questione sull’essenza dell’uomo che il grande artista lombardo pose attorno al 1600, nell’era di Galilei, continuò e continua ad essere posta: fondamentale domanda attuale per tutta l’umanità. L’arte di Serena Nono con l’isolamento scultoreo delle figure è essenzialmente Italiana. Si può pensare a Modigliani per una pittura di gesti e corpi,
che continua nella tradizione Italiana pittorica di tutto questo secolo, e che a Venezia trova configurazioni speciali, che possono essere state molto importanti per l’artista. Altra ispirazione per quest’arte del corpo, Serena Nono può averla trovata anche a Londra, dove ha attuato gli studi, scoprendo un’altra tradizione di arte figurativa. L’ispirazione maggiore per la sua ricerca nell’umano viene, comunque, dalla Scuola di Vienna di inizio secolo, che non può essere trovata nella Vienna di oggi.

Solo negli ultimi decenni, Vienna è stata riconosciuta come uno dei maggiori centri per la creazione di pittura moderna. Per la musica, la città di Schönberg, Webern e Berg, ma anche di Mahler e Zemlinsky, è sempre stata considerata importante. Tra i pittori più importanti della Scuola Viennese: Klimt, Schiele, Kokoschka e Gerstl, si potrebbe includere anche Arnold Schönberg se avesse immesso tutte le sue forze in questa forma d’arte. Per un breve periodo ne considerò persino l’idea. Poi mise tutte le sue energie nella musica. Da pittore si dedicò, come gli altri pittori viennesi, alla figura e al ritratto, in una dimensione psicologica e spirituale che esprime con solennità la questione dell’uomo moderno e dello spingersi ai confini del soprannaturale. Arnold Schönberg è il nonno di Serena Nono; la sua opera e quella di altri grandi maestri viennesi fanno parte dell’infanzia di Serena. Il suo lavoro è profondamente affine allo spirito del lavoro di Schönberg: anche lei affronta problemi d’amore e di solitudine, di vita e di morte, e la relazione dell’uomo con il mondo spirituale. E’, questa, una ricerca nell’essenza umana con una profondità che si potrebbe chiamare religiosa. I quadri di Serena Nono, che nell’ultimo anno hanno raggiunto un nuovo punto d’arrivo, sono la realizzazione di un sogno: il sogno di Arnold Schönberg di diventare pittore. Ora l’espressivo lavoro pittorico della nipote ci accompagna nel nuovo secolo come la musica del nonno ci condusse nel secolo che sta passando.

-Konrad Oberhuber

Konrad Oberhuber da Introduzione, Ottobre 1999